“No Taxation without representation” is the principle behind not only the American Revolution, but every modern democracy, except … the Italian one. According to the Italian Treasury’s own estimates, in future years Italian taxpayers are likely to pay 42 billion euro to cover derivative losses, but they cannot know the origin of these losses nor influence the management of these losses in the future. This is the implication of today’s decision of the Italian government to deny a request, made by some MPs of the 5star Movement, to disclose the content of the derivative contracts signed by the Treasury. The reason for the denial is the “destabilizing” effect that this disclosure might have on the positions of the Italian Government in financial markets. While it is true that the Italian government might find it more difficult to unwind a position if the size of this position is known, it is hard to imagine that the major players do not know it already, since these players employ a plethora of former Italian Ministries of Finance.
But even if we assume that the Treasury’s derivative position is unknown and that revealing it today is destabilizing, there is no reason why the Treasury could not disclose all those contracts that have already expired or have been restructured, committing to disclose in the future all the other ones as they expire. Resisting this delayed disclosure has no justification and engenders the suspicion that the Treasury is hiding something very bad from the market. The more the Treasury resists this request, the worse will be the market inference about the way the Italian Treasury manages its derivative position, weakening the Italian Treasury position in financial markets. In other words, what it is really destabilizing at this point is the non disclosure.
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“No Taxation without representation” è il principio che sta alla base non solo della rivoluzione americana, ma di ogni democrazia moderna, tranne… quella italiana. Secondo le stime dello stesso Tesoro italiano, negli anni a venire i contribuenti italiani dovranno probabilmente pagare qualcosa come 42 miliardi di euro per coprire perdite causate dai derivati, però non possono conoscere l’origine di queste perdite, né influenzarne la gestione futura. Questo è ciò che deriva dalla decisione di oggi del governo italiano di respingere la richiesta, avanzata da alcuni deputati del Movimento 5 Stelle, di rivelare il contenuto dei contratti derivati stipulati dal Tesoro. La ragione del rifiuto è l’effetto “destabilizzante” che questa divulgazione potrebbe avere sulle posizioni del governo italiano sui mercati finanziari. Se è vero che il governo italiano potrebbe avere più difficoltà a smobilizzare una posizione se la dimensione di questa posizione è nota, è difficile immaginare che i grandi players non lo sappiano già, visto che utilizzano una pletora di ex ministri delle Finanze italiani.
Ma persino se ipotizzassimo che la posizione sui derivati del Tesoro è sconosciuta e che rivelarla oggi sarebbe destabilizzante, non c’è alcun motivo per cui il Tesoro non possa alzare il velo su tutti quei contratti che sono già scaduti o sono stati ristrutturati, impegnandosi al contempo a comunicare in futuro tutte gli altri contratti man mano che scadono. Continuare a ritardare questa comunicazione non ha alcuna giustificazione e genera il sospetto che il Tesoro nasconda al mercato qualcosa di molto grave. Quanto più il Tesoro si oppone a questa richiesta, tanto peggiore sarà l’inferenza che il mercato trarrà sul modo in cui esso gestisce la sua posizione in derivati, indebolendo così la posizione del Tesoro italiano sui mercati finanziari. In altre parole, ciò che a questo punto è realmente destabilizzante è la mancanza di trasparenza.
P.S.: Questa dei derivati è materia seria, delicata e che potrà influenzare pesantemente lo sviluppo dell’Italia nei prossimi anni. Meriterebbe di essere trattata in maniera altrettanto seria e approfondita dai media nazionali e da tutte le forze politiche. È una buona occasione per agire sul serio, adesso, e non piangere, poi, ancora una volta, sul latte versato.