Sogno da realizzare o incubo da cui uscire
LUIGI ZINGALES
Dalla Francia alla Grecia, dalla Finlandia all’Italia, i movimenti contro l’Unione avanzano.
In che cosa hanno ragione e dove sbagliano?
Come fu per l’Unità d’Italia nell’Ottocento, l’euro e l’unificazione europea sono stati presentati come ideali che non lasciavano spazio a un’analisi economica dei costi e dei benefici.
Luigi Zingales sostiene che la realtà è molto più prosaica: questa Europa è un patto faustiano tra Francia e Germania, che vede l’Italia nel ruolo di comprimario e spesso di vittima.
Alla visione dell’Europa come fine, Zingales contrappone una visione dell’Europa come mezzo per garantire la libertà, la pace, e la prosperità economica del continente. E in questa prospettiva analizza le attuali istituzioni europee, mantenendosi distante dall’europeismo fanatico come dall’antieuropeismo viscerale.
Il mercato unico ha beneficiato l’Europa facilitando la libera circolazione delle merci, dei capitali, e delle persone. Qualsiasi passo indietro su questo fronte sarebbe negativo. Ma la concezione centralista di Europa, che vuole imporre norme uguali per tutti da Helsinki a Malta rischia di trasformarsi in uno strumento di oppressione del Nord sul Sud.
L’Europa deve rimanere una comunità di stati indipendenti che imparano gli uni dagli altri: non uno stato unitario dove il Nord domina sul Sud. Per l’Italia, l’euro è stato molto utile a contenere l’inflazione e a ridurre in modo consistente gli interessi sul debito pubblico. Ma la classe politica ha sprecato i benefici di questa adesione.
La nostra crisi strutturale non è colpa dell’euro né può essere risolta uscendone. L’euro, però, non può stare in piedi, nella forma in cui è stato disegnato.
In questo saggio Zingales indica le tre riforme indispensabili per la sopravvivenza della moneta unica e per evitare che l’Italia faccia la fine dell’Argentina, Europa o no.
EUROPA O NO
pp. 234, € 18,00
saggi Rizzoli, Aprile 2014
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