Se i risparmiatori sono stati truffati la responsabilità è di …

È interessante vedere le risposte su twitter alla mia domanda: Chi è responsabile se queste obbligazioni sono state falsamente vendute come “prive di rischio”?

Alcuni hanno risposto che la colpa è di chi le ha comprate. A giustificazione, costoro invocano il famoso caveat emptor.  In genere sono d’accordo che gli investitori debbano subire le conseguenze delle loro scelte, ma in questo caso trovo la risposta sbagliata per due motivi. Il primo è che il caveat emptor non si applica in caso di truffa. Se è vero che delle obbligazioni bancarie subordinate sono state vendute come “prive di rischio”, si tratta di truffa, nel qual caso il caveat emptor non si applica. Ma il secondo motivo è più sottile. Se vogliamo che dei risparmiatori non sofisticati investano i loro risparmi nel mercato finanziario dobbiamo garantire loro delle protezioni. Altrimenti fanno come Carla Dossi e investono solo nel mattone, per mancanza di fiducia in qualsiasi altro strumento.

Queste protezioni non devono (né possono) essere delle garanzie di non perdere i soldi. Devono però impedire che venditori senza scrupoli approfittino della mancanza di sofisticazione dei compratori, come presumibilmente è il caso della 88enne nonna di Eleonora. La Mifid (Markets in Financial Instruments Directive) ha questo scopo. Ma evidentemente non funziona.  Bene sarebbe introdurre (come sta cercando di fare la Senatrice Warren negli Stati Uniti), un dovere fiduciario del consulente finanziario di agire nell’interesse del cliente. Nessun consulente finanziario può sostenere che investire tutti i risparmi di una 88enne in una obbligazione subordinata di un unico emittente (per di più con dei problemi) sia ragionevole. Ergo, sarebbe responsabilità di chi gliela ha venduta.

Ma anche senza evocare nuove leggi, un bancario non può vendere come prive di rischio delle obbligazioni subordinate. La responsabilità non è però solo del funzionario. Se non c’erano adeguati meccanismi di controllo, la responsabilità è dei vertici della banca stessa, che non si erano premuniti per evitare questa possibilità. Ma la responsabilità è soprattutto delle autorità di vigilanza (Consob e Banca d’Italia), che in nome della stabilità del sistema bancario hanno sempre chiuso un occhio di fronte al collocamento presso la clientela di obbligazioni della stessa banca. Il conflitto di interesse è palese. Cosa hanno fatto la Banca d’Italia e la Consob per limitare il rischio di abusi?

Purtroppo non è possibile restituire i soldi alla nonna di Eleonora. Ma è possibile evitare che altre nonne perdano i loro risparmi. Perché questo avvenga occorre innanzitutto che vengano accertate le responsabilità dei vertici, sia delle rispettive banche che degli organi di vigilanza.

#OpenDerivati

Qui di seguito trovate il link all’articolo sull’uso dei derivati da parte del MEF – scritto insieme a Andrea Buraschi e pubblicato sul Sole 24 Ore del 3 Marzo -, nonché il confronto che ne è seguito, a partire dalla replica del MEF.

Le polemiche politiche non mi interessano e le lascio ad altri. Considero invece un bene che su questioni così importanti e delicate si discuta pubblicamente e in maniera comprensibile anche dai non tecnici. La mia speranza è che anche questo post contribuisca al raggiungimento di due obiettivi che mi stanno molto a cuore:

– la trasparenza da parte del Governo su una questione estremamente importante perché potenzialmente rischiosa per le finanze del Paese

– la consapevolezza e comprensibilità della questione anche da parte dei non tecnici. È questione che interessa tutti i contribuenti, anzi tutti i cittadini, per gli impatti che può avere nel breve periodo e negli anni a venire.

Se il MEF vuole la vera trasparenza, pubblichi sul sito tutti i contratti derivati scaduti. Non ci sono scuse per non farlo.

Infine: non capisco l’indagine della procura di Trani. Sui contratti a lunga durata l’opzione di uscita è molto comune (proprio per questo vorrei sapere con esattezza quanto rischiamo con tutti gli altri derivati). Se Morgan Stanley aveva questa opzione e l’ha esercitata era un suo diritto. Spero che in Italia guadagnare legalmente non sia ancora un reato. Caso mai si dovrebbe investigare chi al Tesoro ha firmato questi contratti.

I derivati e i veri rischi per il Tesoro

Gestione del debito e accountability: ulteriori elementi di chiarezza sui derivati

Una danza di numeri che non ispira fiducia