Perché Zingales è così “morbido” nei confronti della Grecia?

Una cara amica mi ha fatto una domanda che penso si siano posti in molti: perché sono così “morbido” nei confronti della Grecia? Sarei tentato di rispondere che sono gli altri ad essere troppo rigidi, ma non sarebbe una vera risposta. La posizione è sempre relativa, e nel bene e nel male la mia posizione sulla Grecia è risultata molto più morbida della maggior parte degli economisti italiani, anche di sinistra. Visto che ora ho più tempo a mia disposizione (☺), mi sembra giusto rispondere seriamente a questa domanda. E mi sembra giusto farlo adesso, ad urne aperte, e con i media che danno i sì al referendum in vantaggio.

Vorrei cominciare da una premessa. Per quanto io abbia le mie idee, cerco di guardare ai fatti e ai problemi in modo non ideologico. Questo non significa che le mie idee non mi aiutino ad interpretare i fatti, ma che mi sforzo di non interpretare i fatti per categorie ideologiche. Ideologicamente Syriza è quanto di più distante io possa immaginare dalle mie idee. Ciononostante non parto dal presupposto che, per questo, tutto quello che dice e fa sia sbagliato. D’altra parte penso che il futuro dell’Italia sia in Europa, ma non per questo non vedo i problemi enormi di questa Europa. È questo l’approccio che ho cercato di seguire nel mio libro Europa o no* e che cerco di seguire in questo sito e in tutto quello che scrivo. Ovviamente non sono esente da errori, ma spero di essere esente dal manicheismo.

Con questo provo a riassumere qui le motivazioni

1. Le colpe dei greci

La principale colpa dei greci è di aver eletto per decenni governi spendaccioni e corrotti. Non è una colpa da poco, ma come italiano non mi sento proprio in grado di giudicarli così severamente. La seconda colpa è di avere una società corporativa, poco aperta al cambiamento. Gli inglesi dicono che chi vive in una casa di vetro non deve mettersi a lanciare pietre. Per questo da italiano non mi permetto di lanciare pietre sul corporativismo: lo abbiamo inventato noi. La terza colpa è quella di aver dissipato il grande dividendo ottenuto con l’entrata nell’euro che ha portato loro dei tassi di interesse molto bassi. Anche su questo punto da italiano non mi sembra di poterli criticare. Come spiego in Europa o no* anche l’Italia ha dissipato malamente questo enorme beneficio. L’ultima colpa è quella di essersi indebitati troppo. Nel debito come nel matrimonio si è in due, e la colpa non è mai di una parte sola. Per ogni debitore che si indebita in modo eccessivo, c’è un creditore che gli permette di farlo. Perché deve pagare solo il debitore?

2. Il peccato originale

Il peccato originale della crisi greca è il modo con cui i costi di aggiustamento son stati distribuiti. Quando un debitore diventa insolvente, i creditori si devono assumere una parte del costo della ristrutturazione. Nel 2010 la Grecia era insolvente. Oggi non lo dico solo io (lo ammette lo stesso Fondo monetario internazionale) e non lo dico solo ora, lo dicevo anche nel 2010. Perché allora tutto il costo della crisi è stato imposto solo alla Grecia? Perché la Grecia non aveva alternative e l’Europa ne ha approfittato, facendo un favore alle banche francesi e tedesche. Anche in questo caso non lo dico solo io, lo dice l’ex governatore della Bundesbank Karl Otto Pohl, che non può essere accusato di essere né comunista, né antitedesco. Perché questo fatto viene costantemente ignorato in tutte le discussioni sulla Grecia?

3. Le colpe di Varoufakis &C

Molte organizzazioni soffrono di un problema ben conosciuto in Social Psychology, chiamato groupthink. Ne parlo nel mio libro Manifesto Capitalista. È la tendenza di organizzazioni molto coese di radicalizzarsi e di rigettare qualsiasi persona esterna, che la pensa in modo diverso, come un corpo estraneo. Temo che questo sia il problema con l’Europa e Varoufakis &C. Non che questo conti: come economista accademico Varoufakis non è inferiore ai suoi attuali omologhi europei. Potrà essere antipatico, ma per es. anche di Tremonti si diceva la stessa cosa. Perché allora è stato trattato come nessun ministro delle finanze di un paese europeo è mai stato trattato? Penso che il motivo sia perché diceva una verità scomoda: che l’Europa aveva commesso un errore e doveva prendersi la responsabilità di ripararlo. Da noi si dice “ambasciator non porta pena”. Il motivo è che la tentazione è di incolpare l’ambasciatore per il messaggio che porta. È quello che è successo in Europa. Che poi Varoufakis abbia facilitato il linciaggio con un comportamento strafottente e uno stile inusuale (gli è stato rimproverato perfino l’eccesso di profumo!), certamente sì. Ma se tutti gli strafottenti dovessero essere linciati mediaticamente, di politici vivi ne rimarrebbero veramente pochi.
Nonostante la differenza ideologica, ai miei occhi Syriza aveva un grande vantaggio: non era stata parte del sistema precedente. Se la prima colpa dei greci è stata di aver votato per troppo tempo gli stessi governi corrotti, non dovremmo forse guardare con simpatia al loro tentativo di cambiare?

4. Le ragioni dei tedeschi

Già nel mio libro Europa o no* denunciavo i cattivi stereotipi: i tedeschi che chiamano i greci pigri (quando dati alla mano i greci lavorano più ore per settimana dei tedeschi) e i greci che danno del nazista ai tedeschi (quando dati alla mano i movimenti neonazisti hanno più seguito in Grecia che in Germania).
Un altro stereotipo è che in Europa i tedeschi seguono le regole e tutti gli altri (greci in primis) no. Anche se è vero che i tedeschi sono ideologicamente più inclini alle regole, in Europa i tedeschi hanno usato le regole principalmente per promuovere il loro interesse. Come ho scritto in Europa o no* la politica monetaria della BCE (almeno fino a Draghi) è stata deflattiva, con grande vantaggio dell’industria tedesca che ha una maggiore flessibilità salariale verso il basso.
Quando però le regole colpiscono gli interessi tedeschi, non vengono applicate o vengono cambiate. Ricordate quando la Germania violò il limite del 3% di deficit? Fu forse sanzionata? No, fu fatta un’eccezione.
E la regola contro agli aiuti di stato alle imprese e alla banche? Quando nel 2008 la cancelliera Merkel volle aiutare le sue banche fu fatta un’altra eccezione.
E che dire della regola per cui nessun paese deve accumulare un avanzo commerciale troppo elevato? La Germania la sta violando da anni. Ma nessuno apre bocca. Si tratta di amore per le regole o di semplice perseguimento dell’interesse nazionale a qualsiasi costo?

5. I problemi dell’Europa

Il motivo per cui ho scritto Europa o no* e per cui ho creato questo blog è proprio quello di diffondere un messaggio critico dei problemi europei, senza per questo farlo diventare un messaggio antieuropeista. Se Syriza ha vinto le elezioni di gennaio è perché gli altri partiti erano troppo ciecamente europeisti. Tutti tranne Alba Dorata. Se fallisce Syriza, il rischio è che la leadership passi ad Alba Dorata. Pur rigettando le idee politiche di entrambi, mi permetto di dire che Alba Dorata è peggio di Syriza.
La mia speranza è che un dibattito serio sui vizi dell’Europa al centro dello schieramento politico riduca il consenso per gli opposti estremismi. Oggi il miglior portavoce per Syriza in Grecia è il commissario europeo Junker. Ogni volta che apre bocca, fa conquistare consensi a Tsipras.

È necessario cambiare le istituzioni europee che sono troppo poco democratiche. Se lasciamo il monopolio delle critiche agli antieuropeisti, l’Europa non cambierà, verrà distrutta. 

6. Siamo noi i prossimi? 

Nel mio sussidiario delle elementari c’era la storia di due genitori che trattavamo malamente la vecchia nonna di fronte a loro figlio. Costui, raccogliendo i cocci di una tazza, li ammonì dicendo: “li conservo per quando sarete vecchi voi.” È il vecchio detto “chi la fa l’aspetti”.
L’ultimo motivo per cui sono così morbido con la Grecia è che temo che noi saremo i prossimi.
Ci sono due principali differenze tra la Grecia e l’Italia. La Grecia ha mentito spudoratamente sui dati di bilancio e ha sperperato miliardi per le Olimpiadi. Da quanto mi risulta, sui dati di bilancio l’Italia ha solo mentito (non spudoratamente), ma resta sempre il rischio di scoprire altrimenti. E siccome non vogliamo farci mancare niente, siamo anche in lizza per le Olimpiadi di Roma. In caso non affondiamo da soli, ci penseranno le Olimpiadi. A quel punto il Nord Europa comincerà a dire che Italia e Grecia “una faccia-una razza” e che anche gli Italiani devono pagare le conseguenze che si meritano.

A quel punto rimpiangeremo tutti di non essere stati un po’ più morbidi.

* So che non è elegante autocitarsi, ma intendo così sottolineare che non sto dicendo nulla che non abbia già scritto un anno fa nel mio libro.

9 pensieri su “Perché Zingales è così “morbido” nei confronti della Grecia?

  1. L’ha ribloggato su Club del Coccodrilloe ha commentato:
    Non sono la “cara amica” di cui parla il professor Zingales alla prima riga, ma la sua “morbidezza” (senza dogmatismi e ideologie) è quanto di meglio si possa sperare per il futuro dei negoziati e dell’Europa. Una posizione equilibrata, che aiuta a riflettere entrambi i fronti, svelandone i peccati originali #daleggere

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  2. Vorrei avere un chiarimento sul punto 2, quando dice che l’Europa è intervenuta a favore delle banche francesi e tedesche. Nel marzo 2012 la Grecia ha ristrutturato parte del proprio debito (swap “volontario”), e così facendo ci hanno rimesso tutti quegli investitori in titoli greci ad alto rendimento (=alto rischio). Cioè le famose banche tedesche e francesi, e altri. Da allora la Grecia è praticamente uscita dal mercato dei titoli (chi mai vorrebbe prestare soldi a un fallito, se non a tassi di usura, cioè altissimo rischio?), quindi è intervenuto il fondo salva stati concedendo prestiti in termini lunghissimi e a tassi di interesse “politici” (1-2%). Quindi non mi risulta che l’Europa sia intervenuta per aiutare le banche tedesche e francesi, anzi è intervenuta solo perché queste hanno accettato perdite anche del 50% (100 miliardi di euro di “haircut”).

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  3. Il fatto che i greci abbiano commesso più o meno gli errori degli italiani moltiplicati per tre, non penso giustifichi l’assenza di critica, anzi. Ci stanno regalando una chiarezza di vedute sulle conseguenze di debito eccessivo, evasione fiscale, corporativismo, etc.
    Credo che la Germania (che dovrebbe in primis pagare i suoi debiti di guerra) abbia nella sua testa crucca l’idea che far passare un brutto quarto d’ora alla Grecia prima di salvarla (perché alla fine un accordo si troverà) servirà da monito agli stati bricconcelli come l’Italia.

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  4. Il popolo greco ha deciso per il NO, ciò vuol dire che il legame che teneva uniti i paesi nell’area valutaria dell’euro viene sciolto. Il legame era la paura, non sapere cosa poteva accadere dopo; sono stati fatti persino paragoni con la repubblica di Weimar; adesso con la spinta politica del popolo, la Grecia potrà ottenere per tutti i paesi meridionali ciò che i paesi nordici debbono dare, la solidarietà, se si vuole mantenere l’euro.
    Non vi può essere una moneta unica senza una politica redistributiva, tra i paesi nordici e quelli meridionali, in fin dei conti è ciò che è accaduto in Italia tra il nord e il sud. La lira e’ stata la moneta dell’intero paese grazie ai trasferimenti fatti dal nord al sud.
    Adesso la Merkel ha solo due scelte o aiuta la Grecia o rompe l’asse valutario dell’euro, non vi è nessun piano che possa prevedere l’uscita della Grecia.
    La riunione politica dei paesi non deve essere fatta solo per la Grecia, si dovrà ripensare a come gestire il debito statale di tutti i paesi meridionali, in difetto non si esce da questa situazione che si è venuta a creare con una moneta unica senza uno stato.

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  5. Prof. Buongiorno, dopo una prima lettura lo scorso anno del suo libro l’ ho riletto nuovamente proprio in questi giorni (più caldi che mai).
    Sottoscrivo tutto quando da Lei detto e cerco nel mio piccolo di diffondere sollecitando il più possibile le intelligenze del ns paese.
    L’ auspicio e’ sempre più che persone come Lei siano destinate a diventare i ns nuovi leader: i leader di un paese che se coeso non è secondo a nessuno, soprattutto in Europa.
    Distintamente saluto.
    Denis Spessotto.

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  6. Sono fermamente convinto che Franco Debenedetti abbia centrato un punto determinante della vicenda, citando (come fece Mario Monti) De Gasperi. “Sento che tutto è contro di me tranne la vostra personale cortesia”. Sarebbe stato diverso. Merkel ha detto parole esagerate sulle riforme (?) del governo Renzi. Così sulla Grecia. bastava che si vedesse la volontà di correggere, neanche invertire, la rotta e Merkel non avrebbe mai mollato Tsipras. Invece niente Tsipras e Varoufakis hanno voluto lo scontro fin da subito escludendo di iniziare un processo di riforme “virtuoso” così come inteso da Luca Ricolfi sulle pagine de IL SOLE che hanno portato Spagna e Irlanda ad avere come prospettiva l’uscita dalla crisi. Se questo fosse successo, oggi, il povero popolo greco istigato a odiare chi in realtà può salvarlo non sarebbe costretto a decidere solo di che morte morire. Sul fatto che noi saremo i prossimi, nessun dubbio. Però questo è anche il mio auspicio, è un banco di prova per vedere se siamo degni di chi ha dato la vita per questo paese. In caso contrario le valigie per l’esilio volontario sono pronte ormai da molto tempo

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  7. Professore ma nel 2012 i privati non hanno sofferto di un haircut del 50%? Una certa condivisone c’è stata.

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