Nel mio libro parlo del rischio che l’incertezza sulla solvibilità delle banche possa portare ad una corsa agli sportelli che trasforma il dubbio in una realtà. Eppure c’è una eccezione alla regola. Nel maggio-giugno 2012 tra le due elezioni greche l’incertezza era elevatissima. Se Syriza avesse prevalso nella seconda tornata elettorale, con tutta probabilità la Grecia sarebbe uscita dall’euro. Di fronte a questo rischio era ragionevole per i greci trasferire i propri depositi in Germania.
In caso di uscita dall’euro, i depositi in Grecia sarebbero stati trasformati in dracme, mentre quelli in Germania no. Siccome in caso di uscita dall’euro la dracma si sarebbe svalutata di circa il 40-50%, trasferendo i depositi un greco avrebbe evitato una perdita dello stesso ammontare. Un beneficio sufficiente da giustificare il costo del trasferimento, almeno per i più ricchi.
Ma anche chi aveva poche centinaia di euro in deposito aveva un modo per proteggerli dalla probabile svalutazione: ritirarli dalla banca e tenerli in contante durante il fine settimana delle elezioni. Mentre i depositi sarebbero stati “dracmizzati”, il contante no: non c’era modo di farlo. Il beneficio quindi sarebbe stato lo stesso, mentre il costo era dato solo dagli interessi non percepiti sul contante per qualche giorno: praticamente zero. Con una probabilità di uscita dall’euro immediatamente dopo le elezioni che eccedeva il 10%, il beneficio di ritirare i depositi eccedeva di gran lunga il costo. Perché a metà giugno c’erano ancora depositi nelle banche greche?
Quando qualche settimana fa sono andato a presentare il mio libro ad Atene (qui il video della presentazione) ho posto la domanda a tutti gli esperti del settore. Le risposte sono state interessanti.
Innanzitutto un terzo dei depositi è effettivamente svanito. Molti sono stati trasferiti in banche tedesche. Altri in contante. All’epoca girava una battuta: se cade un aereo sui Balcani le montagne si tingono di rosa. Gli aerei per Atene erano pieni di biglietti da 50 euro. Per sostenere le banche greche, la Banca Centrale Europea (BCE) ha infatti inondato la Grecia di contante. Senza il supporto della BCE, la Grecia sarebbe finita come l’Argentina.
Questa, però, è solo una risposta parziale. Se un terzo dei depositi è svanito, due terzi sono rimasti. Perché? Una teoria interessante è che molti greci hanno evitato di trasferire i propri soldi all’estero per paura di essere identificati dal fisco. Apparentemente i trasferimenti finiscono sotto gli occhi delle autorità fiscali molto di più dei depositi. Se i depositi erano il frutto di reddito non dichiarato, il trasferimento all’estero comportava il rischio di una ispezione fiscale con potenziale sanzione. Questo ovviamente aumentava il costo del trasferimento. Effettivamente chi ha trasferito i soldi è oggi bersaglio di ispezioni fiscali. Quindi i greci avevano visto giusto.
Ma la principale ragione è che la gente comune si fidava delle banche. A differenza dell’Argentina, dove le banche hanno una storia travagliata, in Grecia non c’è memoria di un grosso fallimento bancario. Quindi la gente comune si è fidata. Non così i più ricchi, che hanno trasferito la maggior parte dei propri depositi all’estero. Se la Grecia avesse deciso di uscire dall’euro, quindi, a pagarne maggiormente il costo sarebbero stati i piccoli depositanti. Si sarebbe trattato dunque di una patrimoniale estremamente regressiva!
http://www.appelloalpopolo.it/?p=11253 sbagliano?
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Mica è tanto difficile: se io ho in banca 3 mila € me ne frego relativamente della possibile perdita in conto capitale che mi potrebbe determinate una stimata svalutazione del 40% che interverrebbe ove lo stato in cui ho costituito il deposito riuscisse a divincolarsi dall’unione monetaria di cui fa parte.
Perdo, se è vero quanto scrivete Voi economisti, 20 giorni di paga.
Se invece in banca detengo depositi per qualche milione di Euro perdo una MONTAGNA di soldi!!!! Metà della fortuna che mi ha lasciato mio padre o metà di quello che ho realizzato con una vita di sotterfugi e ladrocini!! Se permette cercherei di evitarlo, come suo tempo ho evitato la galera! E lei che farebbe???
Capito perchè ‘ce staveno ancora li soldi’???? Uguale sarebbe qua da noi, in Italia!!!!
Ecco perchè devi chiude le frontiere se vuoi allineate il valore dei soldi a quello del pane: se no chi se l’è fregati se li imbosca!!!!!!
Nessun poveraccio piangerà per le ‘apocalitiche’ svalutazioni, al più qualche giorno di lavora ‘aggratis’, ma tanto ci siamo abituati, se po fa, tranquillo!!!
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Questa sua considerazione sulle banche greche mi ha fatto pensare a questo: i risparmiatori greci si fidavano delle loro banche perché contavano sul salvataggio di organismi sovranazionali europei e la stessa fiducia l’aveano i banchieri greci. E’ stato l’azzardo morale a consentire alla Grecia di indebitarsi irresponsabilmente. Ora la sua proposta di un’ Unione Bancaria europea con un ente sovranazionale e sganciato dagli stati membri dotato di autonomia sulle operazioni di aiuto alle banche in difficoltà, non rischia di riprodurre lo stesso azzardo morale dei primi anni di euro a tassi tedeschi?
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Questa sua considerazione sulle banche greche mi ha fatto pensare a questo: i risparmiatori greci si fidavano delle loro banche perché contavano sul salvataggio di organismi sovranazionali europei e la stessa fiducia l’aveano i banchieri greci. E’ stato l’azzardo morale a consentire alla Grecia di indebitarsi irresponsabilmente. Ora la sua proposta di un’ Unione Bancaria europea con un ente sovranazionale e sganciato dagli stati membri dotato di autonomia sulle operazioni di aiuto alle banche in difficoltà, non rischia di riprodurre lo stesso azzardo morale dei primi anni di euro a tassi tedeschi?
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La garanzia dell’unione bancaria interviene solo dopo aver imposto delle perdite ai creditori, in questo modo dovrebbe ridurre il moral hazard.
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Ok, ma se le perdite dei creditori hanno un tetto massimo molto basso dopo il quale interviene il fondo europeo allora il too big to fail rimane. D’altra parte se questo tetto fosse troppo alto, in questo momento di crisi le banche farebbero ancora più fatica a trovare capitali e clienti depositanti. Come se ne esce?
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Caro Professore,
grazie, interessante post: è in effetti una questione di cui non si dibatte spesso. Non mi è chiaro l’ultimo passaggio. Primo: perché i “poveri” (virgolette: si semplifica) si sarebbero fidati più dei “ricchi”? Al di là di spiegazioni quali “mia nonna non ci avrebbe pensato” (per carità, è verosimile) o all’ipotesi che esistano asimmetrie informative, non riesco a pensare a spiegazioni “economiche” in termini di puri costi e benefici.
Tranne che a una: che i “poveri” abbiano una propensione al consumo più spostata su beni e servizi prodotti nel mercato interno. In tal caso, i “ricchi” avrebbero avuto un maggior incentivo a spostare i propri soldi all’estero, perché l’effetto della svalutazione sarebbe stato – in assenza di possibilità di spostare i capitali – in effetti quello di una tassazione progressiva sui risparmi e la ricchezza.
Chiaramente, se i “ricchi” sono i soli a spostare i soldi, e se esiste una correlazione tra ricchezza e inadempienza fiscale, il trade-off che i ricchi fronteggiano è tale per cui quell’incentivo asimmetrico a spostare i soldi di cui sopra deve essere particolarmente accentuato perché si osservi che i ricchi effettivamente movimentano i propri risparmi e al contempo i poveri non lo facciano.
Insomma, “analiticamente ed empiricamente” io non ci vedo ancora molto chiaro.
Paolo
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Se lo dicono i Greci come non si può dubitare…..a dire il vero però ho sempre pensato che nella discussione sulla crisi greca ci sia sempre stato un non detto. Di fatto, se è impossibile per un paese uscire dall’euro vuol dire che dietro alla sua moneta c’è una fideiussione non scritta e il debito emesso qualucuno lo rimborsa, da qui la domanda: nell’interesse di chi la Grecia paga interessi fuori mercato per un paese sovrano e garantito?
La risposta oggi la sappiamo infatti M.Draghi nei giorni scorsi ha detto che la BCE ha fatto ottimi affari nell’acquisto di titoli di stato dei PGIS.
http://www.pagina99.it/news/economia/4014/Bce–crescono-utile-e-dipendenti.html
PS: i soldi in conto corrente segnano un saldo da addebitare all’intestatario del conto, il fisco se vuole li trova.
L’evasione va eliminata per una questione di equità nel sostenere i costi di una democrazia soidale e socialmente responsabile, ma i soldi se vengano spesi fanno lo stesso la loro funzione macroeconomica che è quella di creare la domanda e con essa si creano salari, profitti e investimenti.
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Mi permetto di aggiungerne un altro. Diciamo la pigrizia unita alla disinformazione dell'”uomo comune”. In pratica se immagino mia nonna in una situazione simile, dubito fortemente che avrebbe pensato a trasferire i soldi in germania (perchè non ha idea di come si faccia).
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